Realizzazione di una “stazione di servizio di distribuzione al pubblico di biocarburante” dove verrà erogato il biometano prodotto dall’impianto di Vellezzo Bellini.

Il progetto prevede l’ampliamento del processo, già in essere, nell’impianto di Vellezzo Bellini che, oltre a produrre materiali igienicamente controllati da destinare al settore agricolo quali il Digestato da rifiuti organici e il Solfato Ammonico (End Of Waste) utilizzabili per la fertilizzazione di terreni, inizierà la produzione di Biometano, da destinare al settore trasporti.

Unitamente alla produzione di Biometano verrà realizzata  la stazione di servizio di distribuzione al pubblico di biocarburante.

Questo progetto persegue gli obiettivi di:

  • Rendere l’impianto completamente autosufficiente dal punto di vista energetico con l’utilizzo esclusivo di fonti rinnovabili per il sostentamento del processo;
  • Produrre biometano destinato all’autotrazione;
  • Produrre di solfato ammonico da utilizzare come fertilizzante, con una conseguente riduzione delle emissioni di ammoniaca;
  • Ridurre le emissioni in atmosfera di componenti ammoniacali;
  • Ridurre le emissioni di CO2 connesse agli attuali sistemi di stabilizzazione aerobica;
  • Valorizzare la CO2 prodotta dal processo di digestione anaerobica (origine biogenica) per la produzione di ulteriori biomasse e, quindi, connessa riduzione delle emissioni complessive da fonte fossile;
  • Produrre un “Fertilizzante organico rinnovabile” per l’agricoltura che sia adatto ad incrementare la fertilità dei suoli e contestualmente immagazzini carbonio al fine di ridurre nel complesso le emissioni di CO2 derivanti da combustibili fossili.

L’impianto già esistente unito alla nuova sezione progettata nel suo complesso rappresenterà un caso reale di Economia Circolare Responsabile, in cui il rifiuto organico diventa combustibile rinnovabile utilizzato localmente.

Il progetto aderisce pienamente al concetto di economia circolare basato sulla riduzione dei consumi di materie prime, sul riuso e riciclo e sulla compatibilità ambientale delle iniziative sviluppate e, pertanto, ben si lega all’esistente Centro di Recupero di Elementi Nutritivi. In particolare, con l’evoluzione dell’impianto si vuole introdurre il concetto di “Filiera” nell’ambito dell’economia circolare: solo da un legame ben strutturato tra produttori di rifiuti, quindi nel caso specifico il singolo cittadino, e il relativo sistema di raccolta e trattamento si possono raggiungere risultati eccelsi nel controllo dei substrati inviati a trattamento e quindi nel recupero di elementi nutritivi dai rifiuti.

Il cittadino, adeguatamente sensibilizzato, diventa il primo garante della qualità del rifiuto prodotto che, quindi, può essere inviato all’impianto di trattamento più idoneo. Da qui si innesca un processo virtuoso, che consente all’agricoltore che utilizza i prodotti derivanti dall’impianto di trattamento rifiuti, di avere maggiori certezze sulla qualità delle proprie colture e così via passando per il settore alimentare e quindi della distribuzione presso il cittadino, che ricordiamo essere l’origine della filiera descritta. Innescando questo meccanismo virtuoso, il cittadino, quindi, sarà la figura principale della filiera descritta e il primo beneficiario della stessa.

Solo mediante il sistema precedentemente descritto, l’impianto di trattamento rifiuti potrà essere realmente al servizio della popolazione e potrà fornire, grazie al sistema virtuoso presente a monte, maggiori servizi alla cittadinanza, come ad esempio la fornitura a prezzi agevolati del biometano prodotto per l’autotrazione o lo smaltimento a costi sostenuti dei rifiuti organici prodotti dai cittadini. Lo stesso diventerà un esempio virtuoso della catena dell’Economia Circolare, che potrà essere usato quale esempio in altre realtà.