Cambiamenti climatici: il 90 per cento delle aziende agricole è fuori da ogni tutela assicurativa e addirittura soltanto il 2% dei danni dichiarati dagli agricoltori viene risarcito dopo tre anni. «Ecco perché è necessario assicurarsi», ha raccomandato Coldiretti Pavia al convegno sostenuto da “Acqua & Sole – Neorisorse” che si è svolto a febbraio a Certosa di Pavia
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Comunicato Stampa – Domenica 29 marzo 2020
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Link: www.neorisorse.net – https://pavia.coldiretti.it
Certosa di Pavia (PV) – Tra cambiamenti climatici ed eventi estremi sempre più frequenti, la gestione del rischio è ormai fondamentale per le aziende agricole moderne: per questo motivo Coldiretti Pavia, con la partecipazione di “Acqua & Sole – Neorisorse” di Vellezzo Bellini, ha organizzato il convegno “Per una moderna gestione del rischio in agricoltura” a cui hanno partecipato i massimi esperti nazionali di questi temi e oltre 200 agricoltori provenienti da tutta la Lombardia. L’iniziativa si è svolta venerdì 21 febbraio 2020 presso l’agriturismo “Granai Certosa” di Torriano, frazione di Certosa di Pavia.
L’incontro è stato aperto dal presidente di Coldiretti Pavia Stefano Greppi sottolineando la numerosa partecipazione, segno dell’importanza del tema: «La gestione del rischio in agricoltura, specie nel periodo che stiamo vivendo, si lega alle incognite dei cambiamenti climatici e degli eventi atmosferici sempre più imprevedibili che negli ultimi dieci anni, a causa degli sfasamenti stagionali ed eventi estremi, hanno causato una perdita di 14 miliardi di euro alla produzione agricola nazionale, compresi i danni alle infrastrutture rurali», ha detto Greppi.
«Per un’azienda agricola moderna, quindi, ricorrere all’assicurazione quale migliore strumento per gestire rischi di queste tipologie è molto importante», ha aggiunto il presidente, introducendo i lavori dei relatori che hanno fatto il punto su tutti gli strumenti a disposizione degli agricoltori per tutelarsi.
L’INTERVENTO DEL PROF. FABIAN CAPITANIO
- Origini e cause del cambiamento climatico
«Dalla fine degli anni Ottanta assistiamo ad un’esplosione di eventi meteorologici estremi, ed è notizia di questi giorni che a febbraio il livello dei laghi è lo stesso di agosto: ma non è importante capire se il clima di 2000 anni fa ebbe le stesse dinamiche, ci interessa capire oggi cosa fare per convivere coi cambiamenti e come agire di conseguenza», ha spiegato agli agricoltori il prof. Fabian Capitanio, professore di economia ed estimo rurale del Dipartimento di Agraria dell’Università di Napoli “Federico II”, intervenuto al convegno.
«Abbiamo capito che se la temperatura media aumenta, si modifica la frequenza degli eventi meteorologici e quello che prima accadeva molto raramente oggi è più probabile: tutto ciò rappresenta una seria problematica nella gestione dei terreni e delle aziende, entrando nell’ambito di processi non prevedibili», ha aggiunto Capitanio.
Perché siamo arrivati a tutto questo? «In primis perché non ci siamo accorti che il mondo è cambiato: da almeno un decennio facciamo i conti con manifestazioni meteorologiche più frequenti ed estreme allo stesso tempo, con la finanziarizzazione dei mercati agricoli, con la produzione di biocarburante sussidiato da anni, con la crescita economica dell’est del mondo che significa ogni anno un incremento di 65 milioni di persone a cui dare da consumare proteine di origine animale piuttosto che di origine vegetale. Ogni giorno abbiamo una città come Parma che nasce (al netto dei morti) e spariscono 12mila ettari di suolo agricolo. Tutto ciò condiziona pesantemente la sostenibilità dinamica del paradigma domanda offerta che siamo stati abituati ad analizzare».
- La gestione del rischio in agricoltura
La gestione del rischio è importante perché l’agricoltura è l’ossatura del paese, contando ben 4 milioni di persone che vivono più o meno direttamente intorno alle aziende agricole in Italia, una realtà che, agganciata all’intero sistema agroalimentare nazionale, diventa il primo settore economico nazionale.
«L’agricoltura è uno dei settori più importanti dal punto di vista sociale, perché per la morfologia del nostro paese, per la sua storia e di riflesso, per il suo ruolo nella società, la rendono identitaria con l’intera società ed unica al mondo per questi aspetti: basti pensare ai borghi e alle realtà rurali che vivono intorno all’agricoltura», ha detto Capitanio alla conferenza di Coldiretti.
Secondo il docente dell’Università di Napoli, fra i massimi esperti del settore agricolo, «oggi più che mai è necessario aumentare la platea degli assicurati, migliorando l’offerta degli strumenti, Abbiamo un impegno di intervento pubblico di 300 milioni da destinare al sistema assicurativo ma il problema principale è la scarsa platea di assicurati, solo il quinto delle imprese agricole di cui l’ottanta per cento nel nord del Paese. Ciò crea problemi seri anche nella funzionalità dei contratti assicurativi anche dal punto di vista delle compagnie assicurative e del mercato della riassicurazione».
Ma il dato più importante è che «il 90 per cento delle aziende è fuori da ogni tutela. Questo è insostenibile. Ciò si può spiegare per l’errore storico di identificare l’assicurazione agricola con la gestione del rischio: gli agricoltori, che ne sanno più di me, capiscono bene che le esigenze dell’agricoltura sono molteplici (dai rapporti con le banche all’accesso al credito, dall’avviamento, strumenti a tutela di esigenze diverse dai danni derivanti dalla grandine, dal gelo ecc.). Insomma, il sistema ha retto finora perché ci sono stati i consorzi di difesa, ma ora serve un nuovo modello anche pubblico, che comprenda tutte queste esigenze, senza escludere le polizze parametriche, i fondi mutualità, un fondo di stabilizzazione dei redditi, nonché premialità serie in ambito di PSR. Lo stesso dicasi per le banche: chi ha una polizza e chi partecipa a un fondo di mutualità deve avere un reddito garantito e non può avere lo stesso trattamento in termini di interessi passivi rispetto a chi non ha queste garanzie».
- Accesso al credito e liquidità
«Poi c’è il problema della velocità di accesso alla liquidità, un problema serissimo», ha detto il professor Capitanio. «Le mucche vanno munte tutte le mattine anche se c’è un terremoto e le stalle crollano, il grano non può smettere di crescere e va seguito perché non aspetta i tempi dell’agricoltore. L’interruzione dell’economicità dell’azienda non può più essere tollerata: perciò va pensato un sistema di sostegno efficace, non ultimo, magari, ricorrendo alla Cassa Depositi e Prestiti. Insomma, serve un portafoglio di strumenti da riempire per coprire i rischi dell’attività agricola perché serve sostenibilità ambientale ma anche economica: oggi si hanno le capacità tecniche e di mercato per dedicarsi alle specifiche esigenze di ogni singolo agricoltore, territorio, comparto ecc.».
«In sostanza, serve un salto culturale da parte di tutti, con un’avvertenza: la gestione del rischio è materia complicata ma diventa fondamentale nel momento in cui la PAC dà un segnale forte invitando gli agricoltori ad assicurarsi. Ricordo inoltre che solo il 2% dei danni dichiarati dagli agricoltori viene risarcito dopo tre anni, e il Fondo di Solidarietà Nazionale non è che un feticcio».
«Tutto questo per dire che noi stiamo vivendo un periodo di cambiamento fenomenale che troppo spesso va a coincidere con atteggiamenti passivi di attesa che non sono più tollerabili e conciliabili coi cambiamenti in corso. In passato si è vista troppa tattica e pragmatismo e poco realismo, ma temo che di questo realismo si morirà, e non moriranno solo gli agricoltori», ha concluso il prof. Capitanio.
L’INIZIATIVA COLDIRETTI
L’iniziativa è stata realizzata da Coldiretti Pavia col supporto di Regione Lombardia, Coldiretti Lombardia e l’azienda “Acqua & Sole – Neorisorse”, in collaborazione con Co.Pro.Vi. Società Cooperativa / Condifesa Pavia, Associazione Regionale dei Consorzi di Difesa della Lombardia, Asnacodi Associazione Nazionale Condifesa.
I relatori del convegno:
- Stefano Greppi, presidente di Coldiretti Pavia (presentazione);
- prof. Fabian Capitanio, Università di Napoli;
- prof. Samuele Triestini, Università di Padova;
- Edoardo Negri, presidente Co.Pro.Vi. Società Cooperativa / Condifesa Pavia www.coprovi.it;
- Giacomo Lussignoli, presidente Condifesa Lombardia www.condifesalombardia.it;
- Paola Grossi, direttore Asnacodi, Associazione Nazionale Condifesa www.asnacodi.it;
- Albano Agabiti, presidente Asnacodi;
- Fabio Rolfi, Assessore regionale all’Agricoltura;
- Paolo Voltini, presidente Coldiretti Lombardia https://lombardia.coldiretti.it.
In allegato una galleria di immagini del convegno, svolto all’agriturismo Granai Certosa di Certosa di Pavia venerdì 21 febbraio 2020.
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Per contatti e segnalazioni:
Damiano Negri – Cell. 335 1457216 – E-mail: damiano.negri@gmail.com