La piccola Olanda esporta il doppio dell’agroalimentare italiano, e non certo perché il Made in Italy abbia qualcosa da invidiare (tutt’altro): merito di un’efficiente organizzazione che presidia il mercato internazionale, battendo i concorrenti sui costi e sui tempi. Prandini (Coldiretti): «Occorre ripensare il sistema: sarà una sfida per il nostro comparto agricolo»

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Comunicato Stampa – Domenica 19 aprile 2020

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Vellezzo Bellini (PV) – In un continente in cui la piccola Olanda ha un export agricolo di 90 miliardi di euro l’anno mentre quello italiano si attesta a circa 45 miliardi, seppur in crescita annuale di circa l’8%, «ci rende consapevoli della sfida che attende il comparto agricolo del nostro Paese».

Così si era espresso il presidente nazionale della Coldiretti, Ettore Prandini, intervenuto a conclusione del convegno dedicato all’economia circolare di Milano, organizzato il 13 febbraio dello scorso anno dal prof. Fabrizio Adani del Gruppo Ricicla – Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università di Milano, svolto col supporto della Coldiretti Lombardia e il sostegno di Regione Lombardia insieme all’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali di Milano, Lodi, Monza Brianza e Pavia, alla Federazione Regionale Ordini dei Dottori Agronomi e Forestali lombardi e al Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, in collaborazione con l’azienda “Acqua & Sole Srl – Neorisorse” di Vellezzo Bellini.

L’AGRICOLTURA CIRCOLARE

«È un tema centrale per l’agricoltura e l’economia italiana», ha confermato Prandini di fronte ai partecipanti all’auditorium Gaber. «Non a caso Coldiretti ha sottoscritto un accordo con ENI per la valorizzazione dei sottoprodotti agricoli per la produzione di biometano. Iniziamo a creare un meccanismo virtuoso legato alla produzione di biogas anche per le aziende agricole, ricollegandoci al concetto di economia circolare vista come opportunità di carattere economico, mentre finora il riutilizzo degli scarti era percepito solo come un problema dalle aziende agricole».

PRODUZIONE ALIMENTARE E RIFIUTI

In merito alla produzione alimentare, «io non penso che saremo nella condizione, nei prossimi anni, di continuare a produrre come abbiamo prodotto finora, facendo sì che il 40% del cibo prodotto non arrivi al consumatore e al cittadino finendo direttamente tra i rifiuti», ha detto il presidente di Coldiretti. «È tutto un sistema che va rivisto, a partire dalle politiche agricole nazionali fino alle regioni, riscrivendo un progetto globale per fare arrivare il cibo al consumatore, fino alla gestione dei rifiuti in senso circolare».

IMPIEGO DELL’AGRICOLTURA DI PRECISIONE

Secondo Prandini, anche l’agricoltura di precisione avrà un ruolo determinante nella nuova filiera: «L’agricoltura di precisione serve per migliorare l’attività agricola ma anche per raccogliere i dati sulla sostenibilità dei prodotti: solo così l’agricoltura italiana potrà vincere sui mercati, rispetto a determinati modelli produttivi esteri. Ma attenzione, perché gli altri Paesi non stanno a guardare e sanno già che ci sarà una fascia di consumatori nel mondo disposti a spendere di più pur di garantirsi prodotti sani e di qualità. E’ questo su cui deve puntare l’agroalimentare italiano, investendo su ricerca e sviluppo, presidiando un’importante fetta di mercato che si prevede ampia e dalle grandi potenzialità», ha concluso Ettore Prandini.

In allegato un’immagine relativa alla notizia in oggetto.

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